Caos call center, ancora poche tutele per i consumatori
A quasi 3 anni dall’avvio del Registro delle Opposizioni si scopre che la misura fa acqua da tutte le parti. E i “soliti noti” continuano a tenere la testa sotto la sabbia.
Chi risponde è perduto, soprattutto se malauguratamente gli scappa pure un “sì”. Parliamo dei call center selvaggi, che in barba alle dichiarazioni d’intenti delle istituzioni dalla parte dei consumatori continuano a tartassarci a ogni ora del giorno (e anche oltre).
Chiamate indesiderate durante il pranzo, nel bel mezzo di una riunione o persino la sera tardi: un disturbo costante che sembra impossibile fermare. Tutto questo con l’escamotage di utilizzare numeri con prefisso della tua stessa provincia. O comunque da cellulari che anche se sconosciuti suonano come “familiari” rispetto ai mittenti dalla Tunisia o dall’Albania ben più diffusi qualche anno fa.
Una soluzione doveva essere il Registro Pubblico delle Opposizioni, ma è davvero servito a qualcosa? Spoiler: non molto.
Cos'è il Registro delle Opposizioni e perché è stato creato
Il Registro Pubblico delle Opposizioni (RPO) è stato introdotto nel luglio 2022 su spinta del Ministero per lo Sviluppo Economico con l’obiettivo di ridurre le chiamate di telemarketing e tutelare la privacy degli utenti. In teoria, bastava iscriversi al registro per bloccare tutte le telefonate promozionali non autorizzate. Un’idea promettente, che mirava a restituire ai cittadini la tranquillità perduta.
Ad oggi hanno superato i 30 milioni i numeri iscritti a livello nazionale tra fissi e mobili. Ma tuttavia, a distanza di oltre due anni, il bilancio è tutt’altro che positivo. Secondo i dati delle associazioni dei consumatori, addirittura il 98,5% degli iscritti è ancora in balia delle chiamate indesiderate. Chi sono i colpevoli? Sempre i soliti noti, con i grandi operatori telefonici a fare la voce grossa proponendo (in modo esplicito, ma non sempre) cambi di linea fissa o contratto mobile a condizioni “da prendere al volo”; al loro fianco poi le compagnie di luce e gas del mercato libero.
Perchè il Registro delle Opposizioni non funziona
Le ragioni dell’inefficacia del Registro delle Opposizioni sono diverse e complesse:
- Operatori non accreditati: Non tutte le aziende che svolgono attività di telemarketing si sono registrate al RPO, come richiesto dalla legge. Questo significa che possono continuare a contattare gli utenti senza conseguenze legali.
- Rete di subappalti e numeri esteri: Molte aziende di telemarketing si affidano a subappaltatori, spesso situati all’estero. Questo rende difficile il controllo e consente loro di eludere i blocchi previsti dal registro, utilizzando numeri usa e getta o falsificando il numero chiamante.
- Scarsa vigilanza: Le autorità competenti dispongono di risorse limitate per verificare il rispetto delle norme e sanzionare chi le viola. Questo comporta una mancanza di deterrenza per chi opera al di fuori delle regole.
Le conseguenze per i cittadini
Insomma, possiamo dirlo: il sistema in teoria è intelligente ma nella realtà… non si applica. Così il Registro delle Opposizioni si è trasformato in un’autentica bella intenzione rimasta solo sulla carta. Gli utenti continuano a subire il fastidio delle chiamate non richieste, con il rischio di incappare in vere e proprie truffe, soprattutto quando si tratta di persone anziane, sole o fragili.
Nei casi peggiori, operatori senza scrupoli cercano di far sottoscrivere contratti ingannevoli o di raccogliere dati personali con pratiche poco trasparenti (ogni tanto poi c’è ancora qualcuno che si spaccia per noi). Nei casi migliori, quando la telefonata viene fatta comunque in modo corretto e legale, non permettono di valutare nero su bianco i reali pro e contro di un cambio contrattuale.
Privacy e serenità… sono Ovunque
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