Dalla SEO alla GEO, come l’intelligenza artificiale ti cambia la Serp
Parole chiave, sottotitoli e backlink non bastano più: ora per essere trovati dai motori di ricerca bisogna realizzare contenuti capaci di “conversare” con gli algoritmi.
Li abbiamo “sedotti” per anni, cercando di usare le parole giuste per portarli dalla nostra parte. Ora vogliono di più. Parliamo degli algoritmi dei motori di ricerca, Google in primis, che si preparano ad entrare in una nuova fase della loro esistenza. Quella del tramonto delle regole SEO, almeno così come le conoscevamo, e dell’inizio di una nuova fase: la GEO, che sta per Generative Engine Optimization.
Un insieme di strategie orientate ancora all’ottimizzazione dei contenuti digitali, ma con l’obiettivo di aumentare la visibilità nei motori di ricerca, ora che spopolano i sistemi di intelligenza artificiale ad alimentarli.
Da ChatGPT con funzione browsing a Perplexity, DeepSeek, e fino ai Search Generative Experience di Google, non basta più “piacere” agli algoritmi tradizionali. Le risposte alle nostre query infatti non sono più mostrate come una lista di link, ma generate all’istante direttamente dall’AI.
L’approccio GEO e il comportamento degli utenti
Meno “telegramma”, più conversazionale. La ricerca online sta diventando proprio così. Agli utenti prima bastava digitare una o più parole chiave, ora invece fanno domande complesse e si aspettano risposte dirette. Su cui fare, eventualmente, altre domande.
E non è mica questione di pochi “pionieri”: Secondo uno studio di Gartner, entro il 2025 il 79% delle esperienze di navigazione si baserà su questa ricerca “potenziata”, e già oggi il 70% delle persone si fida dei risultati forniti.
La domanda è: chi produce oggi contenuti sa già come affrontare questo cambiamento?
SEO e GEO, gemelle diverse
Se la SEO fino a oggi si è concentrata su keyword, backlink e struttura del sito, la GEO ha un obiettivo diverso: rendere i contenuti leggibili, comprensibili e affidabili per i motori di ricerca basati sull’AI.
Non si tratta più soltanto di “comparire tra i primi risultati”, ma di diventare la fonte citata dalle risposte generate automaticamente. Per le aziende, questo significa produrre contenuti ancora più chiari, autorevoli e certificabili.
Con la GEO, i contenuti non devono solo “possedere” le keyword: devono rispondere a domande vere, essere strutturati per essere compresi anche da macchine intelligenti che estraggono frasi, generano riepiloghi, aiutano utenti con query conversazionali.
Altro punto di differenza: mentre la SEO tradizionale misura il successo in ranking, clic e traffico, la GEO misura quanto spesso il tuo contenuto diventa la risposta che l’utente legge direttamente, senza click intermedi.
Ma non sono solo diverse. Sono tanti, infatti, anche i punti in comune. Produrre contenuti secondo le regole GEO vuol dire mantenere frasi brevi e concise, cercare di dare risposte alle domande che si pongono gli utenti, mantenere una struttura logica e chiara. Cioè tutto quello che dovevamo fare anche prima, solo che in una versione evoluta.
Come produrre contenuti con testi GEO-friendly
Lo abbiamo detto: per emergere nei motori di risposta basati su intelligenza artificiale non basta più la logica “keyword e link”: serve un approccio diverso, pensato per come le persone fanno domande e per come le macchine interpretano le informazioni. Ecco alcuni principi che un buon GEO-copywriter dovrebbe seguire:
- Rispondere a domande reali: partire dai quesiti concreti che un utente digiterebbe o pronuncerebbe, immaginandolo proprio come una persona. Offrire subito una risposta netta e poi arricchirla di contesto.
- Dare dati chiari e strutturati: usare titoli descrittivi, elenchi sintetici, tabelle semplici, oltre a markup come FAQPage o HowTo. Le IA premiano chiarezza, precisione e fonti verificabili.
- Essere fonte primaria: riportare esperienze dirette, casi studio, dati raccolti sul campo (test di connettività, costi reali, benchmark). È ciò che l’IA non può inventare e che rende un contenuto più citabile.
- Curare la parte tecnica: sito veloce, mobile-first, sitemap pulite, URL stabili. Anche nell’era dei motori generativi, la “casa tecnica” resta la base della credibilità.
- Mostrare freschezza e affidabilità: indicare date di aggiornamento, firme autorevoli, bio reali, fonti ufficiali. Le IA scelgono sempre più contenuti recenti, localizzati e supportati da segnali di fiducia.
In sostanza, la GEO porta a scrivere in modo “umano” ma strutturato per la macchina: risposte dirette, dati chiari, fonti citabili. E chi inizia oggi a integrare questi accorgimenti nei propri contenuti, sarà domani tra le prime fonti selezionate dalle intelligenze artificiali.
Cosa cambia per chi vive il web ogni giorno
In definitiva cosa significa tutto questo per chi usa Internet ogni giorno? Che le ricerche online diventeranno sempre più dirette e personalizzate, oltre che immediate. Non dovremo più scorrere pagine e pagine di risultati: l’AI darà subito risposte chiare alle nostre domande, con la possibilità di approfondire atterrando nella pagina delle migliori fonti.
Questo renderà l’esperienza più naturale e simile a una conversazione. E (si spera) molto meno falsata dalle forzature di un algoritmo facilmente influenzabile.
E per chi ha un sito web o un progetto online? La sfida sarà la stessa di prima, sapere come farsi trovare anche in questo nuovo contesto. Se ti interessa capire come adeguarti alle regole della GEO e rendere i tuoi contenuti “a prova di AI”, puoi rivolgerti alla nostra Axera Web Agency, che accompagna ogni giorno aziende e professionisti nella creazione di siti e strategie digitali pensate per il futuro della ricerca online.